Il CdA di Mag6 ha preso recentemente l’impegno di “onorare” il calendario laico, mandando un messaggio alla base sociale in alcune importanti date. La prima che incrociamo è oggi, il 4 novembre, anniversario della “Vittoria” nella Prima Guerra Mondiale.
Mag6 è nata alla fine degli anni ’80 sulla spinta del Movimento pacifista dell’epoca, quello che si opponeva all’installazione delle testate nucleari a Comiso, che contestava le “Banche armate” e che praticava l’Obiezione di Coscienza alle spese militari. Il tutto in un contesto di Obiezione Monetaria: “con i nostri risparmi non vogliamo finanziare le armi e la guerra”.
Trent’anni son passati, Mag6 è cresciuta e ha toccato tanti altri lidi, ma quelle basi restano solide e vanno ribadite oggi più che mai. Non solo per i venti di guerra che soffiano vicino a noi ma soprattutto perché la “risoluzione dei conflitti internazionali” con lo strumento della guerra sembra ormai pienamente sdoganata e chi parla anche solo di di cessate il fuoco o di accordi di pace sembra che viva fuori dalla storia.
Non parliamo, poi, di quelli che sostengono pacifisti, obiettori e disertori di tutte le parti in conflitto o le esperienze di convivenza civile, esempio pratico che vivere in pace è possibile.
Per tutto ciò vogliamo oggi ricordare il 4 novembre, anniversario dell’armistizio che sanciva la fine “vittoriosa” della Prima Guerra Mondiale, giorno di festa per tutti i militaristi ma giorno di lutto e di lotta contro la guerra per noi pacifisti e antimilitaristi. La guerra del 1915-18, che qualcuno continua a chiamare “Grande Guerra”, fu una “inutile strage”, per dirla con le parole del Papa di allora: 650.000 morti, un milione di feriti e invalidi… ma per che cosa?
Ascoltatevi questa struggente canzone di protesta che si cantava nelle trincee… https://www.youtube.com/watch?v=Bi61mY1sLrw e diffidate di chi, il 4 novembre, come il 2 giugno o come in tante altre occasioni tenta di far passare eserciti, forze armate e spese militari come strumenti di pace quando ben sappiamo che sono solo strumenti di morte.